L'amichevole cinefilo di quartiere

Marie Kondō è una scrittrice giapponese di libri di economia domestica.

Autrice di best seller, è l’ideatrice del metodo KonMari, sistema studiato per riordinare al meglio gli spazi abitativi con lo scopo di migliorare la qualità della propria vita. Ha pubblicato due libri, Il magico potere del riordino e 96 lezioni di felicità, editi in oltre trenta nazioni.

Nel 2018 il metodo KonMari è stato rappresentato su Netflix tramite una serie reality con protagonista la stessa autrice, portando al contempo alla diffusione su internet di meme riguardanti la Kondō, ed incentrati in particolare sul suo tormentone this sparks joy (“questo trasmette gioia”), frase che ella usa pronunciare riguardo ad un determinato oggetto che trasmetta positiva influenza emotiva sul suo proprietario.

Da circa sette mesi non pubblico nulla su questo blog.

Lo avevo creato ormai oltre nove anni fa, nel febbraio 2013, per coltivarmi un’oasi che raccogliesse in uno spazio unico tutti i miei commenti, sproloqui e opinioni in genere su film e affini.

Il blog rimane da così tanto tempo incolto, partendo da una media a pieno regime di abbondanti quaranta post annuali, non perché mi sia impigrito, o perché non ci siano state uscite in sala rilevanti in questo ultimo periodo, o perché ancora una qualche forza maggiore mi abbia fisicamente impedito di recarmi al cinema, bensì per un motivo molto più semplice e banale.

Non ho pubblicato più niente perché farlo non mi dava gioia.

Il cinema non mi dava gioia.

L’ultima pellicola che ho visto in sala è stata The Batman, per la regia di Matt Reeves, uscito nel nostro Paese il 3 marzo 2022.

All’epoca ero già notevolmente immerso in un periodo della mia vita estremamente pesante, sia a livello di stress generale che di problematiche personali a vario titolo (su cui non mi dilungherò, non essendo lo spazio in cui ci troviamo né il luogo né il momento consono); conservavo però ancora una mezza idea di buttarci giù qualche riga (per la verità, un po’ più di “qualche”) e di rendere così il film con Robert Pattinson successore di Ben Affleck (frase impensabile anche solo dieci anni fa) una sorta di rigurgito finale: l’ultima scossa di assestamento che preceda un periodo di quietanza sismica a tempo indeterminato.

Avevo pure già deciso lo spunto comico iniziale a cui collegarmi:

Ma poi la demoralizzazione ha prevalso.

L’idea di esprimere il mio pensiero attraverso uno spazio pubblico e alla completa disposizione di tutti mi nauseava, e la sola eventualità di perdere tempo nella scrittura mi faceva venire la stessa voglia che subire visita ortodontica; l’unica cosa che facevo era vegetare, galleggiare, senza una meta o un fine, inanellando giornate su giornate tanto simili nell’essere così identicamente prive di una qualsivoglia direzione costruttiva.

Quello che era uno dei, se non IL mio hobby preferito era diventato un’insopportabile zavorra, una presenza affossante che invece di continuare a fornirmi, come in passato, un angolo di pace e conforto contribuiva a trascinarmi verso il basso della mia insensata mediocrità quotidiana.

In reazione a ciò mi sono isolato dalle persone che mi vogliono bene, facendomi cullare da una parte estremamente sgradevole della rete internet, che ha ovviamente alimentato la mia frustrazione ottenebrando il mio giudizio e autoalimentando quella spirale di noia, tedio, inutilità latente e fastidio che ormai mi inglobava.

Sintetizzando, escludendo il lavoro non avevo voglia di fare un cazzo.

Non mi interessava un cazzo.

Di niente e di nessuno.

Recentemente ho deciso di effettuare un intervento laser alla vista, atto a correggere il mio spropositato ed incessante ammontare di diottrie mancanti e liberarmi degli occhiali; questa è stata la ciliegina sulla torta, se non altro perché aggiungendo casino ai casini, preoccupazione su preoccupazioni, problema su problemi tutti insieme, mi ha permesso di averci a che fare e tentare di portarli ad una vaga conclusione in un colpo solo.

Aver portato gli occhiali per oltre vent’anni della mia vita mi è piaciuto? No.
Ti fanno sembrare più intelligente? “Cappello” in francese.
Ti forniscono un’aria intellettuale? “Cappello” in francese.
Se Superman li indossa, lo scambiano per Clark Kent? “Cappello” in francese.
Li metto tra gli accessori esteticamente migliori per il loro proprietario della storia? No.
Sono stato bene a fare il cosplayer di Mr. Magoo per così tanto tempo? No.
Parere mio personale. Sbaglierò? AMEN!
Per me è la qualità, dieci decimi, lettori…

Citazione del pibe de Bari a parte, questo post sicuramente sconclusionato e frutto più di uno stream of consciousness che di un ragionamento di base mi serviva per fornire un personale, soggettivo ed inutilissimo aggiornamento all’utenza su dove fossi finito; se fossi stato ucciso dal Reverendo Verde in una libreria (no), se comunque stessi bene (nemmeno), o se stia piano piano ritornando a regime (incrociando le dita, sì).

Il blog continuerà ad esistere?
Certo, non vedo perché rinnegare quella che è comunque stata una piacevole parte della mia permanenza terrena.

Ricomincerà la sua pubblicazione?
Molto probabilmente no.

Perché è un periodo della mia vita in cui ho bisogno di fare cose che mi facciano stare bene; proprio perché questo 2022 si è rivelato piuttosto complesso a livello personale, ora che il peggio è passato ho bisogno di coccolarmi.

Sto ricominciando a guardare film, ovviamente: ne ho una lista piuttosto lunga da recuperare, ma ho veramente la necessità di stare bene.

Facendo cose che mi diano gioia.

Commenti su: "Di occhi, pipistrelli, fantasisti e arredatrici" (3)

  1. Mi dispiace che stia attraversando un momento del genere ma ti capisco, con molti meno problemi dei tuoi, sono comunque un po’ stanco di bloggare e ho deciso di mettermi in pausa fino a data da destinarsi. Mi manca solo di fare un annuncio ufficiale.

    Spero che la tua situazione migliori, che tu torni a scrivere le tue serenate (mi farebbe piacere) oppure no (e a quel punto, pazienza, meglio la tua salute mentale).
    Riguardati e divertiti 😉

  2. Mi dispiace che il 2022 sia stato così disastroso per te. Il 2023 sta andando meglio? E soprattutto, riprenderai a bloggare?

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