Pillole di cinema – Creed – Nato per combattere
Se io posso cambiare… e voi potete cambiare… anche un film può cambiare!
TRAMA: Adonis, figlio di Apollo Creed (deceduto prima della sua nascita), viaggia per Philadelphia per incontrare l’ex campione dei pesi massimi Rocky Balboa e chiedergli di fargli da allenatore. Il suo obiettivo è poter diventare un pugile professionista, seguendo così le orme del genitore…
PREGI:
– Non è il “classico” Rocky: Se dopo un ottimo capitolo iniziale (1976) e un buon seguito (1979) la saga si era piuttosto ammosciata, qui si assiste ad un colpo di coda notevole.
A distanza di quasi quattro decenni, infatti, Creed segna un passaggio di testimone non solo nella trama, ma nel cinema in senso ampio, traghettando il franchise da retorici pugni-contro-pugni ad un’opera contenente anche spessore emotivo e narrativo.
– Dualismo: In una pellicola sul pugilato risalta ovviamente il grande tema del conflitto, che si arricchisce qui grazie a diverse coppie di concetti antitetici.
Non solo due atleti coi guantoni che si scontrano su un ring, quindi, ma anche confronti di più ampio respiro come giovane-vecchio, ricchezza-povertà, solitudine-compagnia, figli-genitori e presente-passato che rendono l’opera più profonda e matura.
– Sylvester Stallone: Ok, chiariamoci: il buon Sly non è mai stato un grande interprete.
Anche tralasciando i suoi trascorsi giovanili di attore porno-soft, “The Italian Stallion” ha avuto la carriera costellata da personaggi granitici, tutti di un pezzo e dalla scarsa introspezione, con alcune eccezioni positive ma sporadiche.
Qui come maestro sul viale del tramonto offre invece una prova crepuscolare e direi “inaspettata” considerando appunto un attore con alle spalle un tale vissuto recitativo.
Vecchio e dolente, il suo Balboa sente il peso del tempo sulle sue stanche spalle mentre cerca di passare la propria esperienza al figlio di un caro amico.
– Piani sequenza: Molto utili ai fini dell’intrattenimento visivo, i piani sequenza dei combattimenti o dell’entrata in scena dei pugili risultano ben fatti e contribuiscono ad avvicinare lo spettatore all’azione, rendendolo maggiormente partecipe di cosa accada e facendogli seguire con lo sguardo le mosse dei protagonisti.
DIFETTI:
– Pugilato: Se i film sportivi sono spesso considerati “di nicchia”, poiché nonostante la notorietà della disciplina di turno sfociano spesso in un mare di retorica e stereotipi, la nobile arte rappresenta forse tra tutte le attività atletiche la sintesi ultima di tale concetto.
Altra pecca legata a questo fattore è la ripetitività della trama, dato che nel 2016 difficilmente un boxe-movie può risultare innovativo ed originale, considerando il più che discreto numero di pellicole uscite appartenenti al filone.
Se per vostre opinioni personali, infine, siete restii o palesemente contrari a considerare come “attrattiva” due omoni che si menano, ovviamente questo film non fa per voi.
Consigliato o no? Al di là delle pecche tipiche di questa tipologia cinematografica, sì.
Creed per una volta tanto non è uno dei numerosissimi sequel inutili e scadenti, ma un film più che sufficiente.